domenica 29 dicembre 2019

#28 IL PROTAGONISTA DELLA COSA

Il protagonista della cosa è senza dubbio il neonato.


Tuttavia il biberon è utilizzato anche per nutrire cuccioli di animale



















#27 IL MUSEO DELLA COSA

Un museo che potrebbe essere preso come ispirazione è il museo d’Erba.

Il museo in questione possiede un biberon antico di 2000 anni.

Non sono presenti sale apposta per i biberon in questo museo, però possiede una sala in cui vengono raccolti i reperti di altre zone in Italia e in Europa. Un miglioramento potrebbe essere quello di dedicare più spazio alla storia e all’evoluzione del biberon essendo esso un oggetto molto utilizzato in antichità evidenziandone l’evoluzione negli usi e nei materiali utilizzati.

https://www.altabrianza.org/reportage/museo.html

#26 LA COSA SUI FRANCOBOLLI

Poiché non esistono francobolli che raffigurano direttamente il biberon, ho scelto l’azione  di svezzamento ma tramite seno materno.

 Italia, 1956-2016



Umm Al Qiwain (Emirati Arabi), 1972



Italia, 1961




#25 LA COSA A CASA


La figura del biberon è stata molto presente negli ultimi anni all’interno della mia casa per la presenza del mio fratellino. Occorre evidenziare che il biberon è stato presente, ma non fondamentale poiché in questi anni ho constatato che non tutti bambini si trovano bene con il biberon, ma preferiscono essere allattati da seno materno.


#24 LA COSA NEL CINEMA


Tiramisù, 2016, Fabio de Luigi 




The trouble with Mr Bean, quinto episodio, 1992, Paul Weiland 



#23 LA COSA NELLA LETTERATURA

Data la natura dell'oggetto, i racconti che lo comprendono si possono ritrovare in moltissimi libri che narrano le vicende di bambini, nascite, alimentazione infantile e tutte quelle situazioni che includono il biberon.

Il libro racconta la vita di una coppia che crescono il loro quinto figlio appena nato.



"Il bambino vuotò il biberon in un attimo, piegando le gambe verso il petto e allugandole di colpo, contraendosi e distendendosi come una molla, poi si mise a urlare a squarciagola".

Titolo: Il quinto figlio
Autore: Doris Lessing




"Hannah roteò il biberon, spruzzò alcune gocce di latte sul polso e sorrise. Doveva aver trasformatore quella procedura in una scienza perché disse: <A posto.> Così sistemai Ada nell'incavo del mio braccio come un pallone da football e le infilai il biberon nella bocca aperta mentre piangeva."
Titolo: Attraverso questi occhi
Autore: N.R. Walker











#22 LA COSA NEI FUMETTI


Dragon Ball 


Poochie and other friends 


Aliens (ultima vignetta, ultima parola)


Diario di bordo





#21 LA COSA NELLA MUSICA

Ghali -  Ninna Nanna --> https://www.youtube.com/watch?v=s1xbQVNGSPQ

Testo relativo:
Lupo, lupo, lupo, vedo jnun
E la mia bolla che diventa igloo
E un occhio nero che diventa blu
...
[Ritornello]
Ninna nanna, ninna ninna oh
Questo flow a chi lo do?
Con i sogni dentro al biberon
Rollin' rollin' rollin', Rolling Stone
...


sabato 28 dicembre 2019

#20 I BREVETTI DELLA COSA

Tra i più importanti brevetti in circolazione si citano:
“Sterile feeding bottle”, il cui obiettivo è quello si avere un biberon utilizzabile una volta sola, ma che sia al contempo facile, veloce e conveniente da utilizzare in qualsiasi situazione (e non doverlo disinfettare come altri appena comprati). Il brevetto è del 2004 e i due inventori sono Chia Salido Yolanda e Esteva Garcia Abraham, entrambi dalla Spagna.

Si ha uno spartimento contenente il solvente (il numero 2 nella figura) e uno contenente il soluto (il numero 4 nella figura), che possono essere mischiati tramite un movimento di rotazione relativo tra il coperchio superiore e inferiore (6 e 1 nell’immagine) in modo da avere il biberon sterilizzato è pronto all’uso. Gli altri numeri nell’immagine si ritrovano anche nei biberon classici, come per esempio il numero 8 che corrisponde alla tettarella.

#19 LA COSA NELL'ARTE

Poiché non si trovano quadri o sculture che raffigurano direttamente la cosa, ho cercato lo svezzamento materno.

Mary Cassat , “Maternità”, Florida , 1890.
Mary Cassat fu una pittrice molto attiva nei quadri raffiguranti la maternità. Molti dei suoi quadri sono ora opere private.

Un altro quadro è quello di Macrino d’Alba,  Madonna del latte, Piemonte, 1495-1513 (fu il suo periodo di attività, le date riguardanti questo pittore non sono certe, nemmeno la sua data di nascita e di morte. Anche quest’opera è ora privata e si trova a Milano.



venerdì 27 dicembre 2019

#18 LA COSA IN CUCINA

In cucina, il biberon può presentarsi in varie forme:

 Una tra queste è il cosiddetto “biberon da cucina”, che sono dei contenitori di salse (come senape o ketchup) che sfruttano lo stesso funzionamento del classico biberon per bambini;


Esistono alcune borracce, simili a biberon utilizzati da bambini più grandi che vengono riempiti con
succhi di frutta oppure semplice acqua.


Si possono avere anche cibi, come biscotti, a forma di biberon.

#17 LA NUVOLA DEI NOMI



#16 UNA PRIMA MAPPA CONCETTUALE

Mappa concettuale 

#15 L'EVOLUZIONE FUTURA DELLA COSA

Il biberon è un oggetto molto antico e ha subìto molte evoluzioni nel passare degli anni.

Non tutte le mamme potevano allattare i figli e spesso venivano affidati ad altre madri che potessero farlo al loro posto. Con gli anni è nato il bisogno di utilizzare qualcosa che potesse sostituire, almeno in parte, l’allattamento diretto al seno. Questo bisogno è stato risolto con il biberon.
I primi ritrovamenti di tale oggetto risalgono, all’incirca, a 7000 anni fa e poiché era un “modello alternativo “ di un vaso, era composto di terra cotta o argilla.



Attualmente i biberon sono composti di plastica o vetro e, rispetto a migliaia di anni fa, utilizzano un materiale morbido a diretto contatto con la bocca del bambino che ricorda il seno materno.



In commercio, tuttavia, esistono anche biberon più tecnologici con maggiori funzioni quali il riscaldamento del latte.



Si può immaginare anche un futuro poppatoio dotato di sensori in grado di misurare le sostanze nocive interne al latte o di eliminarle direttamente tramite processi chimici.


#14 LA COSA COME SIMBOLO

Il biberon, così come anche il ciuccio, simboleggiano da sempre il neonato. Nato inizialmente come alternativa per le giovani madri non in grado di allattare i proprio figli, ora viene pubblicizzato è utilizzato per richiamare l’idea comune di neonato e/o maternità.





Il biberon come simbolo di nascita, può essere utilizzato anche come forma delle bomboniere delle cresime.

lunedì 25 novembre 2019

#13 ANATOMIA DELLA COSA

Il biberon è diviso in 3 parti semplici:



1) base (cilindrica generalmente) : ha lo scopo di contenere il liquido;

2) tettarella : rende possibile al lattante di succhiare il latte;

3) tappo : chiude il biberon in caso non venga utilizzato affinché il liquido non fuoriesca e protegga la tettarella da germi e batteri.


#12 I MATERIALI DELLA COSA

Il biberon è formato da una base, generalmente cilindrica, di plastica o di vetro termoresistente, cioè in grado di resistere al calore del latte caldo senza deformarsi.
Inoltre la parte superiore del biberon ha la forma di una tettarella costituita da silicone, caucciù, o comunque materiali morbidi adatti a ricordare il seno materno.

Si presume che fino a 3000 anni fa circa, secondo alcuni ritrovamenti nei quali i biberon erano dei vasi particolari dotati di beccuccio, erano fatti di argilla.

A primo impatto sembrerebbe che l’argilla e il vetro siano due materiali distanti tra loro, ma entrambi sono duri, fragili e resistenti al calore del liquido al loro interno; Quindi per la medesima funzione di poppattoio sono dei buoni candidati.

lunedì 4 novembre 2019

#11 TASSONOMIA DELLA COSA


Alcuni studiosi affermano che il primo biberon, in ceramica, risalga a 3000 anni fa a causa della forma, delle dimensioni e di residui di latte trovati all’interno di particolari vasi ritrovati nel corso degli anni.



Questi sono alcuni vasi ritrovati a forma di animali con un beccuccio da cui può scorrere il liquido contenuti all’interno. Però senza prove dirette che si trattassero degli antenati dei biberon, i ricercatori hanno ritenuto che si utilizzavano per l’alimentazione di malati e infermi.

Sono stati, inoltre, ritrovati dei recipienti rinvenuti in tombe di bambini risalenti tra l’età del bronzo e l’età del ferro, i quali suggeriscono che si trattino di biberon.



La forma e la dimensione del recipiente facilita la maneggiabilità dei bambini e, inoltre, la presenza di grassi tipici cesarei (probabilmente latte) ritrovati all’interno,  fanno capire che si tratta di oggetti destinati allo svezzamento dei bambini.





#10 I PROVERBI DELLA COSA

Poiché non esiste direttamente un proverbio con l’oggetto di biberon, ho deciso di cercarne uno che abbia come soggetto principale il rapporto tra maternità e figli.

“La buona mamma fa la buona figlia”.

Questo proverbio spiega come, per essere buone madri, bisogna ,allo stesso tempo, essere una buona figlia.

lunedì 28 ottobre 2019

#9 I NOMI DELLA COSA

Nella lingua italiana la cosa può chiamare biberon o poppatoio.
Successivamente verrà mostrato come è denominato in alcune lingue del mondo.

Per le lingue neolatine:
Francese: boutille
Spagnolo: botella 
Portoghese: garaffa 
Rumeno: biberon 

Per le lingue germaniche:
Tedesco: flasche 
Inglese: bottle 
Olandese: fles
Norvegese: flaske
Danese: flaske 
Svedese: flaska 
Afrikaans: botte

#8 LA COSA

Come oggetto ho scelto un vaso biberon perché, recentemente, è stato ritrovato nell’antica Valle dei Templi un vaso che assomiglia al nostro moderno biberon.


 È evidente che si tratta di un vaso in grado di contenere liquidi e, in particolare, il beccuccio posto lateralmente, sembra ricordare un poppatoio.

Confrontando i due oggetti, sembrerebbe che la loro funzione principale sia la stessa.





#7 UN FILM

La scomparsa di Patò è un film italiano ambientato in vari luoghi della Sicilia di cui anche la Valle dei Templi.
Il film narra la scomparsa di un uomo le cui indagini si sviluppano nel luogo sacro della Sicilia.
I sensi di mistero e antichità della Valle sposano perfettamente i dubbi e lo sfondo enigmatico delle ricerche.

Foto tratta dal film in cui si vedono perfettamente le colonne caratteristiche dei Templi della Valle.



Lo sfondo che suscita mistero nella antichissima Valle dei Templi

#6 NOME DEL LUOGO

La Valle dei Templi è denominata in questo modo perché ospita i resti di sette templi in stile dorico nel periodo ellenico.
Attualmente si trova nella moderna Agrigento la quale, durante l’influenza greca, portava il nome di Akragas dall’omonimo fiume che bagna il territorio.
Nel 210 a.C. la città passò sotto il dominio romano che modificò il nome in latino come Agrigentum
da cui deriva la denominazione attuale di Agrigento.

#4 CITAZIONI

‘Il mio personale paesaggio è ancora meglio: le colonne di tufo fanno da sfondo alla curva del fianco di Suleima che percorro con un dito. Angolazione perfetta per apprezzare al contempo storia antica e moderna, passato di pietre e polvere, presente di carne e sangue.’


Gaetano Savatteri, Delitto di Kolymbetra, Sallerio editore Palermo, 2018, pp 26




#5 IL MITO

Mito del mandorlo 

Il mandorlo è una coltivazione tipica della Sicilia e ogni anno ad Agrigento si svolge la festa del mandorlo in fiore dedicata alla primavera.
Secondo un’antica leggenda, la fioritura del mandorlo è riconducibile alla storia di Acamante e Fillide.

Fillide, giovane principessa, era innamorata di Acamante il quale, durante la guerra di Troia, partì per dieci anni.


Trascorsi dieci anni, durante i quali la principessa attese il ritorno dell’amato, i superstiti della guerra tornarono, ma la principessa, non vedendo tra loro l’amato, pensò che fosse morto e , presa dalla disperazione, si tolse la vita.


La dea Atena, emozionata e rattristata per questa tragedia, trasformò Fillide in un Mandorlo.
Ma Acamante non era morto e tornato tardivamente in patria, seppe della morte di Fillide e della sua trasformazione in mandorlo.
Al superstite, distrutto dal dolore, non restava altro che abbracciare l’albero e fu così che i rami del mandorlo si ricoprirono di fiori sostituendo le foglie come a voler ricambiare l’abbraccio.
http://www.lavalledeitempli.net/2010/05/30/leggende-del-territorio-agrigentino/







domenica 27 ottobre 2019

#3 UN LIBRO

Titolo: Il delitto di Kolymbetra
Autore: Gaetano Savatteri
Editore: Sellerio Editore Palermo
Data di pubblicazione: novembre 2018
Pagine: 247

Il libro narra di un delitto di un famoso archeologo avvenuto a Kolymbetra, giardino della Valle dei Templi ad Agrigento. Questo delitto sarà seguito, involontariamente, da due personaggi venuti nel luogo per altri scopi : uno recatosi per una scoperta archeologica e l’altro per risolvere una questione familiare.
La morte dell’archeologo mette in luce il grande mistero della Valle di come trovare l’antico teatro sepolto, nonostante Akragas fosse una delle città più grandi e popolose della Magna Grecia.




#2 LE COSE

La serie di oggetti che caratterizzano al meglio la Valle dei Templi sono i tesori di Akragas.
Akragas era l’antica città greca corrispondente all’attuale città di Agrigento.
Tra i tesori più famosi ritroviamo : la moneta e il vaso.



LA MONETA

Alcune monete di Agrigento, città greca della Sicilia, fondata dai coloni di Gela nel 580 a.C. di cui una particolare mostra al dritto un’aquila e al rovescio un granchio, animale comune lungo le coste siciliane e simbolo della città.
Probabilmente i due animali stanno a indicare la posizione di Agrigento, posta su un monte (l’ aquila) e a ridosso del mare (il granchio).



IL VASO

Uno dei vasi dell’antica Akragas datato tra il 470 e il 460 a.C. in cui l’eroe greco è raffigurato sul suo carro alato pronto a portare agli uomini il dono dell’agricoltura concessogli da Demetra, raffigurata sul vaso insieme alla figlia Persefone.




http://www.arte.it/calendario-arte/agrigento/mostra-cinque-vasi-di-premio-il-salinas-alla-valle-dei-templi-di-agrigento-12959


lunedì 21 ottobre 2019

#1 VALLE DEI TEMPLI - AGRIGENTO

La Valle dei Templi è un’area archeologica della Sicilia inserita nella lista dei patrimoni dell’umanità redatta dall’ UNESCO.
È caratterizzata da un grande stato di conservazione e da una serie di importanti templi dorici del periodo ellenico.


Coordinate geografiche : 37°17’23’’N 13°35’24’’E