Nella lingua italiana la cosa può chiamare biberon o poppatoio.
Successivamente verrà mostrato come è denominato in alcune lingue del mondo.
Per le lingue neolatine:
Francese: boutille
Spagnolo: botella
Portoghese: garaffa
Rumeno: biberon
Per le lingue germaniche:
Tedesco: flasche
Inglese: bottle
Olandese: fles
Norvegese: flaske
Danese: flaske
Svedese: flaska
Afrikaans: botte
lunedì 28 ottobre 2019
#8 LA COSA
Come oggetto ho scelto un vaso biberon perché, recentemente, è stato ritrovato nell’antica Valle dei Templi un vaso che assomiglia al nostro moderno biberon.
È evidente che si tratta di un vaso in grado di contenere liquidi e, in particolare, il beccuccio posto lateralmente, sembra ricordare un poppatoio.
Confrontando i due oggetti, sembrerebbe che la loro funzione principale sia la stessa.
#7 UN FILM
La scomparsa di Patò è un film italiano ambientato in vari luoghi della Sicilia di cui anche la Valle dei Templi.
Il film narra la scomparsa di un uomo le cui indagini si sviluppano nel luogo sacro della Sicilia.
I sensi di mistero e antichità della Valle sposano perfettamente i dubbi e lo sfondo enigmatico delle ricerche.
Foto tratta dal film in cui si vedono perfettamente le colonne caratteristiche dei Templi della Valle.
Il film narra la scomparsa di un uomo le cui indagini si sviluppano nel luogo sacro della Sicilia.
I sensi di mistero e antichità della Valle sposano perfettamente i dubbi e lo sfondo enigmatico delle ricerche.
Foto tratta dal film in cui si vedono perfettamente le colonne caratteristiche dei Templi della Valle.
Lo sfondo che suscita mistero nella antichissima Valle dei Templi
#6 NOME DEL LUOGO
La Valle dei Templi è denominata in questo modo perché ospita i resti di sette templi in stile dorico nel periodo ellenico.
Attualmente si trova nella moderna Agrigento la quale, durante l’influenza greca, portava il nome di Akragas dall’omonimo fiume che bagna il territorio.
Nel 210 a.C. la città passò sotto il dominio romano che modificò il nome in latino come Agrigentum
da cui deriva la denominazione attuale di Agrigento.
Attualmente si trova nella moderna Agrigento la quale, durante l’influenza greca, portava il nome di Akragas dall’omonimo fiume che bagna il territorio.
Nel 210 a.C. la città passò sotto il dominio romano che modificò il nome in latino come Agrigentum
da cui deriva la denominazione attuale di Agrigento.
#4 CITAZIONI
‘Il mio personale paesaggio è ancora meglio: le colonne di tufo fanno da sfondo alla curva del fianco di Suleima che percorro con un dito. Angolazione perfetta per apprezzare al contempo storia antica e moderna, passato di pietre e polvere, presente di carne e sangue.’
Gaetano Savatteri, Delitto di Kolymbetra, Sallerio editore Palermo, 2018, pp 26
#5 IL MITO
Mito del mandorlo
Il mandorlo è una coltivazione tipica della Sicilia e ogni anno ad Agrigento si svolge la festa del mandorlo in fiore dedicata alla primavera.
Secondo un’antica leggenda, la fioritura del mandorlo è riconducibile alla storia di Acamante e Fillide.
Fillide, giovane principessa, era innamorata di Acamante il quale, durante la guerra di Troia, partì per dieci anni.
Trascorsi dieci anni, durante i quali la principessa attese il ritorno dell’amato, i superstiti della guerra tornarono, ma la principessa, non vedendo tra loro l’amato, pensò che fosse morto e , presa dalla disperazione, si tolse la vita.
La dea Atena, emozionata e rattristata per questa tragedia, trasformò Fillide in un Mandorlo.
Ma Acamante non era morto e tornato tardivamente in patria, seppe della morte di Fillide e della sua trasformazione in mandorlo.
Al superstite, distrutto dal dolore, non restava altro che abbracciare l’albero e fu così che i rami del mandorlo si ricoprirono di fiori sostituendo le foglie come a voler ricambiare l’abbraccio.
http://www.lavalledeitempli.net/2010/05/30/leggende-del-territorio-agrigentino/
Il mandorlo è una coltivazione tipica della Sicilia e ogni anno ad Agrigento si svolge la festa del mandorlo in fiore dedicata alla primavera.
Secondo un’antica leggenda, la fioritura del mandorlo è riconducibile alla storia di Acamante e Fillide.
Fillide, giovane principessa, era innamorata di Acamante il quale, durante la guerra di Troia, partì per dieci anni.
Trascorsi dieci anni, durante i quali la principessa attese il ritorno dell’amato, i superstiti della guerra tornarono, ma la principessa, non vedendo tra loro l’amato, pensò che fosse morto e , presa dalla disperazione, si tolse la vita.
La dea Atena, emozionata e rattristata per questa tragedia, trasformò Fillide in un Mandorlo.
Ma Acamante non era morto e tornato tardivamente in patria, seppe della morte di Fillide e della sua trasformazione in mandorlo.
Al superstite, distrutto dal dolore, non restava altro che abbracciare l’albero e fu così che i rami del mandorlo si ricoprirono di fiori sostituendo le foglie come a voler ricambiare l’abbraccio.
http://www.lavalledeitempli.net/2010/05/30/leggende-del-territorio-agrigentino/
domenica 27 ottobre 2019
#3 UN LIBRO
Titolo: Il delitto di Kolymbetra
Autore: Gaetano Savatteri
Editore: Sellerio Editore Palermo
Data di pubblicazione: novembre 2018
Pagine: 247
Il libro narra di un delitto di un famoso archeologo avvenuto a Kolymbetra, giardino della Valle dei Templi ad Agrigento. Questo delitto sarà seguito, involontariamente, da due personaggi venuti nel luogo per altri scopi : uno recatosi per una scoperta archeologica e l’altro per risolvere una questione familiare.
La morte dell’archeologo mette in luce il grande mistero della Valle di come trovare l’antico teatro sepolto, nonostante Akragas fosse una delle città più grandi e popolose della Magna Grecia.
Autore: Gaetano Savatteri
Editore: Sellerio Editore Palermo
Data di pubblicazione: novembre 2018
Pagine: 247
Il libro narra di un delitto di un famoso archeologo avvenuto a Kolymbetra, giardino della Valle dei Templi ad Agrigento. Questo delitto sarà seguito, involontariamente, da due personaggi venuti nel luogo per altri scopi : uno recatosi per una scoperta archeologica e l’altro per risolvere una questione familiare.
La morte dell’archeologo mette in luce il grande mistero della Valle di come trovare l’antico teatro sepolto, nonostante Akragas fosse una delle città più grandi e popolose della Magna Grecia.
#2 LE COSE
La serie di oggetti che caratterizzano al meglio la Valle dei Templi sono i tesori di Akragas.
Akragas era l’antica città greca corrispondente all’attuale città di Agrigento.
Tra i tesori più famosi ritroviamo : la moneta e il vaso.
LA MONETA
Alcune monete di Agrigento, città greca della Sicilia, fondata dai coloni di Gela nel 580 a.C. di cui una particolare mostra al dritto un’aquila e al rovescio un granchio, animale comune lungo le coste siciliane e simbolo della città.
Probabilmente i due animali stanno a indicare la posizione di Agrigento, posta su un monte (l’ aquila) e a ridosso del mare (il granchio).
IL VASO
Uno dei vasi dell’antica Akragas datato tra il 470 e il 460 a.C. in cui l’eroe greco è raffigurato sul suo carro alato pronto a portare agli uomini il dono dell’agricoltura concessogli da Demetra, raffigurata sul vaso insieme alla figlia Persefone.
Akragas era l’antica città greca corrispondente all’attuale città di Agrigento.
Tra i tesori più famosi ritroviamo : la moneta e il vaso.
LA MONETA
Alcune monete di Agrigento, città greca della Sicilia, fondata dai coloni di Gela nel 580 a.C. di cui una particolare mostra al dritto un’aquila e al rovescio un granchio, animale comune lungo le coste siciliane e simbolo della città.
Probabilmente i due animali stanno a indicare la posizione di Agrigento, posta su un monte (l’ aquila) e a ridosso del mare (il granchio).
IL VASO
Uno dei vasi dell’antica Akragas datato tra il 470 e il 460 a.C. in cui l’eroe greco è raffigurato sul suo carro alato pronto a portare agli uomini il dono dell’agricoltura concessogli da Demetra, raffigurata sul vaso insieme alla figlia Persefone.
http://www.arte.it/calendario-arte/agrigento/mostra-cinque-vasi-di-premio-il-salinas-alla-valle-dei-templi-di-agrigento-12959
lunedì 21 ottobre 2019
#1 VALLE DEI TEMPLI - AGRIGENTO
La Valle dei Templi è un’area archeologica della Sicilia inserita nella lista dei patrimoni dell’umanità redatta dall’ UNESCO.
È caratterizzata da un grande stato di conservazione e da una serie di importanti templi dorici del periodo ellenico.
Coordinate geografiche : 37°17’23’’N 13°35’24’’E
È caratterizzata da un grande stato di conservazione e da una serie di importanti templi dorici del periodo ellenico.
Coordinate geografiche : 37°17’23’’N 13°35’24’’E
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